Con la raccolta Ipotesi per una bambina cyborg (pubblicata nel novembre 2020 da Transeuropa Edizioni grazie al contributo del concorso), Lella De Marchi ha vinto nel 2019 il primo premio della sezione Poesia.
L'opera è concepita come un trattato filosofico-scientifico. Preceduto da una bibliografia essenziale, composto di due parti e terminante in un corollario ci racconta la necessità di postulare una nuova infanzia del mondo, una cultura dell’inermità e del rispetto, un riconoscimento empatico dei molteplici altri da noi, «molti dei quali» per dirla con Braidotti «nell’era dell’antropocene, semplicemente non sono antropomorfi». La poesia è rivoluzione e purezza, è la bambina cyborg per eccellenza. Sottolineano, infine, la dedica iniziale e la sezione intitolata alla poetessa statunitense Anne Sexton.
«E quando di ambizione filosofica si è parlato per questa opera, non si intendeva certo un pensiero che rimane riflessione ripiegata su di sé, ma anzi un discorso incarnato che si prolunga in azione riattivando le molle propulsive dell’eros. Il polimorfismo nei testi di De Marchi, infatti, è una spinta ex-statica, una «fame» positiva contagiosa autoalimentante che genera sempre altro desiderio, fino a cancellare vittimismo, nichilismo, passività. Versi ecologici e politici che indicano la via utopica, ma forse anche l’unica via possibile rimasta, per la sopravvivenza della specie». (Dalla postfazione di Maria Luisa Vezzali)
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