Con la silloge La donna del chiosco sul Po (pubblicata nel 2015 da La Vita Felice grazie al contributo del concorso), Maurizio Mattiuzza ha vinto nel 2014 il primo premio della sezione Poesia, è stato finalista nel 2015 al Concorso Guido Gozzano, nella terzina finalista del premio Mario Soldati e ha vinto ne 2016 il Premio Nazionale di Poesia Carlo Levi di Eboli.
Si tratta di 33 poesie, per la maggior parte in lingua italiana, intervallate da alcune liriche in lingua friulana e nel dialetto della Valsugana, che si pongono l’obiettivo di indagare una frattura. Di provare a capire cos’è rimasto oggi, nella crisi del terziario avanzato e al capolinea del miracolo del Nordest, dei sogni e dei valori, delle speranze di tutta una generazione. Il paradigma di questa riflessione si trova espresso nel personaggio che dà il titolo a tutta l’opera. Una donna, incontrata dall’autore da bambino, che all’alba degli anni ’70, dal suo chiosco in riva al Po desiderava per sé, ma soprattutto per i propri figli, quel futuro in fabbrica che è stato il sogno di milioni di italiani usciti dalla civiltà contadina. Un sogno che la turbo-economia del nuovo millennio ha spesso ridotto in polvere. La raccolta si snoda su questo filo, raccontando in versi, storie, persone e panorami toccati da un passaggio storico drammatico e ancora difficile da comprendere. Periferie di grandi città, province serializzate, operai con malattie professionali. Le poesie della raccolta narrano disorientamenti e amicizie fragili, solitudini, ma anche nuove speranze e rinascite. Dipingono figure di donne e uomini che hanno sì subito, ma anche vissuto e interpretato con dignità, il proprio tempo storico, finendo a volte travolti dalla vita. Il libro, idealmente, è strutturato in tre parti, con al centro un piccolo nucleo di sapore più intimo, dal quale si ritorna al tema principale. Trattandosi di poesia con intento narrativo il metro scelto è quello del verso libero e a tratti quello della ballata popolare.
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